Estorcevano denaro alle famiglie dei defunti da tumulare. È solo uno degli affari illeciti che ruotavano attorno al cimitero San Brunone di Taranto. A scoprire tutto gli agenti della Squadra Mobile del capoluogo ionico nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Golden System”, coordinata dalla Procura tarantina. Otto gli arrestati, all’alba di questa mattina, tra necrofori, dipendenti comunali e componenti di una cooperativa sociale, la “Kratos”: uno è finito in carcere e sette ai domiciliari.

Quattordici invece le persone coinvolte nell’indagine, tra i quali il Comandante della Polizia Locale di Taranto, Michele Matichecchia, il direttore generale del Comune Carmine Pisano, e il dirigente Barbara Galeone. L’indagine è partita nell’aprile del 2021, a seguito di un incendio, avvenuto nei pressi dell’ingresso principale del cimitero, di due automezzi di una società che all’epoca gestiva i servizi cimiteriali per contro del Comune.

Dall’attività investigativa sarebbe emerso che gli indagati si accordavano per permettere alla cooperativa sociale di aggiudicarsi illecitamente la gestione dei servizi cimiteriali per alcuni anni, con un importo della gara di appalto di circa 7 milioni di euro. In particolare, alcuni dipendenti del Comune avrebbero modificato i punteggi attribuiti alle offerte tecniche, favorendo quindi irregolarmente la stessa cooperativa a discapito delle altre che avevano partecipato alla gara. Favore ricambiato con somme di denaro.

Le indagini hanno fatto luce su una vera e propria organizzazione a delinquere composta da alcuni necrofori in servizio presso il cimitero e dipendenti della stessa società, che si sarebbero resi responsabili di numerosi episodi di estorsione aggravata. A tale scopo, avrebbero usato anche la “cattiva fama” di un noto esponente della criminalità locale, Cataldo Sambito, boss del quartiere Tamburi recentemente scomparso.

Così il gruppo dei necrofori sarebbe riuscito ottenere dai familiari delle persone decedute, direttamente o attraverso l’intermediazione di agenzie funebri o dipendenti cimiteriali, somme che variavano dai 100 ai 250 euro per ogni singola procedura di tumulazione o estumulazione.