Era pomeriggio inoltrato, quando un privato cittadino ha assistito, nel centro abitato di Carosino, ad una violenta lite tra due donne, una delle quali avrebbe impugnato un coltello puntandolo alla gola dell’altra. Immediata la chiamata al 112, ed ancor più rapido l’intervento dei Carabinieri, accorsi sul posto, ai quali si è presentata una scena tanto drammatica quanto violenta: l’aggressore, una 48enne tarantina avrebbe trascinato per i capelli la vittima in strada, un’albanese 40enne, puntandole una pistola contro il petto (poi rivelatasi una “scacciacani”). Ne sarebbe seguita una concitata colluttazione che ha consentito alla donna straniera di strappare l’arma dalle mani della furiosa quarantottenne, la quale ha però sfilato dalla tasca un coltellino “a scatto”, puntandoglielo alla gola. Coltello che ha lasciato cadere solo alla vista dei Carabinieri in uniforme, intervenuti nel pieno della lite, che riuscivano a bloccare la donna e a ripristinare una situazione di sicurezza.

La rapida ricostruzione dei fatti da parte dei Carabinieri della locale Stazione ha permesso di accertare che l’aggressione rappresenterebbe solo l’ultimo episodio di una serie di minacce, offese e pedinamenti che la donna albanese sarebbe stata costretta a subire negli ultimi anni dall’altra donna, per motivi di gelosia.

Atti persecutori che la vittima non aveva mai denunciato alle forze dell’ordine. Ma ieri, nello sguardo rassicurante dei militari operanti, la donna ha letto e trovato quel senso di protezione e quella propensione all’ascolto, propria dei professionisti che indossano gli alamari, di cui aveva bisogno da tempo. Ed è stata questa fiducia a consentirle di raccontare ogni singolo episodio di violenza psicologica, ieri culminata in aggressione fisica, che per anni avrebbe tenuta nascosta anche a parenti ed amici.

Grazie alla prontezza di intervento e alla fedele ricostruzione dell’evento, la donna tarantina, fatta salva la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, è stata arrestata nella flagranza di atti persecutori e, al termine delle formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Taranto, è stata sottoposta agli arresti domiciliari.

Per i Carabinieri, la soddisfazione più grande è stata quel “grazie” commosso, rivolto loro dalla vittima.