Aveva decisamente fretta di venire al mondo la piccola Iris. Non ha, infatti, atteso che la mamma raggiungesse l’ospedale Santissima Annunziata per metterla al mondo. E non ha neppure atteso che arrivassero i soccorsi del 118, allertati l’altro ieri all’1.10, nel cuore della notte. Ma, nella fretta di venire al mondo, non ha fatto neppure in tempo a sciogliersi quel cordone ombelicale che purtroppo la stringeva al collo. Poi, lei stessa con quel nome che presto le avrebbero presto dato, attinto dalla mitologia greca ad indicare la ninfa oceanina dotata di ali che scende sulla terra a portare i messaggi affidatigli dagli dei, ha messo le ali a tutti perché sfidassero il tempo per divincolarla da quel cordone e consegnarla alla vita. Tutti fiduciosi che, in questi tempi di emergenza, sia lei a consegnare i suoi messaggi di vita.

È accaduto l’altro ieri notte, a Talsano. Protagonista di un insolito intervento di emergenza sanitaria un team del 118. Improvvisamente una donna, alla sua seconda gravidanza, che non aveva fatto in tempo a raggiungere l’ospedale, sta per partorire a casa. La richiesta di soccorso arriva dalla centrale operativa all’1.10. L’automedica allertata, con a bordo il medico Dorina Caraman, l’infermiera Amma Cecere, l’autista soccorritore Alessandro Giannoccaro, parte immediatamente dalla Cittadella della Carità dove staziona. Viene allertata anche l’ambulanza della postazione Taranto Sud. A bordo ci sono l’infermiera Carmen Marinelli, l’autista Michele Magno ed il soccorritore Daniele Fusaro. Durante il trasporto, i sanitari vengono chiamati dalla centrale: la donna ha partorito. I mezzi volano.

Nel giro di qualche minuto raggiungono l’abitazione. La bimba è ormai venuta al mondo, ma il medico verifica che purtroppo non piange ancora, ha il cordone ombelicale strozzato che la avvinghia al collo. I sanitari lo tagliano, aspirano i liquidi nella trachea. Attimi, secondi di febbrile attesa. Quindi finalmente quel pianto. La bimba è viva. È salva. I sanitari la avvolgono in una copertina ed è nuovamente una folle corsa, un volo, verso l’ospedale dove gli altri sanitari, ovviamente già avvertiti, l’attendono con una culla termica. Solo a quel punto parte l’applauso liberatorio da parte di tutti. E l’1,58. E neonata e mamma sono al sicuro.

«Il 118 – commenta commosso Mario Balzanelli, presidente nazionale del Sis 118 e direttore del servizio di pronta emergenza di Taranto – è un sistema totalmente centrato sulla vita. Non solo per contrastare la morte ma anche, come in questo caso, per supportare la vita nel momento più bello, quando sboccia». Come quell’Iris venuta al mondo, non senza trambusti, per consegnare a tutti – ci si augura – messaggi di speranza.