Era ai domiciliari dal 27 giugno scorso per gli stessi reati e ha continuato a sfruttare braccianti agricoli nei campi di sua proprietà, a Marina di Ginosa (Taranto). Per questo è finito in carcere un uomo di 64 anni, accusato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. I carabinieri hanno appurato che l’uomo, imprenditore agricolo, nonostante fosse gravato dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, ha continuato a gestire la sua azienda agricola utilizzando manodopera in condizioni di sfruttamento. Così è stata aggravata la misura cautelare. Era finito ai domiciliari insieme alla sua convivente, una 43enne rumena.

La donna aveva reclutato cinque lavoratori stranieri destinandoli al lavoro nei campi, in contrada Lama di Pozzo, a Ginosa, in un terreno di proprietà del compagno 64enne. Dalla attività investigativa, sono poi emerse le condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti i lavoratori che venivano sottopagati e costretti a lavorare, in assenza delle più elementari norme igienico-sanitarie in violazione sistematica della normativa contrattuale di salute e sicurezza sul lavoro. Nei confronti del 64enne sono state contestate anche violazioni amministrative e adottata la sospensione dell’attività imprenditoriale in quanto era già stato oggetto di precedente attività ispettiva e di indagine a cura del Nil di Taranto.