Veduta esterna dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto, in una immagine di archivio. ANSA/RENATO INGENITO

«La campagna di produzione del Treno Lamiere, pianificata per il primo semestre del corrente anno, prevedeva una lavorazione di bramme pari a 43.000 tonnnellate corrispondente a circa 4 settimane di attività dell’impianto. Le buone performances registrate durante i 22 giorni di laminazione (2/5-24/5), in termini di qualità e quantità per la trasformazione di bramme pari a 38.800 tonnnellate, hanno indotto l’azienda a programmare la produzione di ulteriori bramme da destinare al Treno Lamiere».

Così rispondono fonti Ilva in merito al caso sollevato oggi dalla Fiom Cgil di Taranto. Secondo il sindacato metalmeccanici, non è infatti avvenuta la ripartenza dell’impianto Produzione lamiere 2, in sigla Pla2, così come annunciato dall’azienda nelle settimane scorse. Invece, fanno sapere fonti Ilva, non solo l’impianto ha ripreso la marcia dopo un lungo periodo di fermo ma produrrà anche un quantitativo maggiore rispetto alle previsioni iniziali. In quanto allo stop che si è verificato in questa fase è temporaneo, dice l’azienda.

«L’impianto che tornerà attivo dal 4 giugno prossimo per le successive due settimane circa porterà la lavorazione di bramme complessiva a circa 60.000 tonnellate – sottolineano le fonti dell’azienda -. Il secondo step di laminazione consentirà inoltre di ultimare anche un ulteriore lotto di lamiere destinate al progetto di copertura dei parchi primari». Sin qui quanto reso noto da fonti Ilva. Da rilevare che nel pomeriggio già la Fim Cisl aveva dichiarato che quanto dichiarato dalla Fiom Cgil non corrispondeva al vero, che il Pla 2 era ripartito come previsto e che adesso è soggetto solo ad una fermata temporanea in attesa che siano prodotte nuove bramme da inviare poi alla laminazione.