“Fra le 3 e le 4 di questa mattina (ieri ndr) la centralina del quartiere Tamburi di Taranto, in via Machiavelli, ha registrato due valori particolarmente elevati di benzene, rispettivamente di 50 e 28 microgrammi a metro cubo (medie orarie). Alle 5 la nube di benzene si è spostata sul resto della città facendo registrare un valore di 15 microgrammi a metro cubo (media oraria) in via Alto Adige”.

Così, in una nota, l’associazione di volontariato PeaceLink, attiva sul fronte della tutela della salute e dell’ambiente, con sede a Taranto. “Che l’inquinamento non sia sotto controllo lo conferma un video girato alcuni giorni fa e condiviso su Facebook alle 23 del 31 luglio scorso in cui si vedeva la città avvolta da una nuvola di inquinamento”, prosegue. “Le segnalazioni di una nube sul quartiere Tamburi hanno fatto scattare l’intervento dell’Arpa Puglia nella notte fra il 31 luglio e il 1° agosto. Gli esiti di tale intervento sono stati inviati al Comune, alla Provincia e alla Regione, oltre che ad altri enti”, va avanti Peacelink. “L’Arpa è entrata nello stabilimento ex Ilva e ha riscontrato delle criticità di cui gli enti competenti sono stati informati”, aggiunge.

“Alle 23 del 31 luglio, proprio mentre veniva ripresa con un cellulare la nube sul quartiere Tamburi, il picco del benzene è arrivato a un record mai visto: 85 microgrammi a metro cubo (media oraria). Altri tre picchi si sono verificati fra il 31 luglio e il 1° agosto. Tali picchi non sono stati riscontrati dal sistema Omniscope in real time per ragioni tecniche. Pertanto non abbiamo potuto comunicarle. Solo ora si delinea il quadro complessivo di queste ultime due settimane che delineano un quadro estremamente preoccupante per il quartiere Tamburi di Taranto in quanto confermano criticità già note e che non sono state superate. Si sono invece aggravate, come confermano i dati dell’Arpa Puglia”, dice ancora. “Questa è un’ulteriore dimostrazione che la situazione a Taranto non si è normalizzata e che il benzene – sostanza altamente cancerogena – continua a riversarsi sul quartiere Tamburi di Taranto, accanto al quale continua a produrre l’area a caldo dello stabilimento ex Ilva”.