I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Marina di Ginosa, durante l’ordinario servizio di istituto lungo la costa jonica, in località Torre Mattoni a Marina di Ginosa, hanno sorpreso una persona, in acque poco profonde, intenta nella frenetica attività di raccolta di molluschi bivalve della specie “tellina” (Donax trunculus) per mezzo di un rastrello.

Dalle verifiche eseguite a carico del pescatore, si è accertato che egli aveva catturato circa un quintale di telline: quantitativo di ben venti volte superiore a quello consentito dalla normativa di settore, ovvero 5 kg per pesca sportiva.

Al termine dei controlli, è stato eseguito il sequestro delle attrezzature utilizzate, ovvero rastrello, reti e sacchi in juta, nonché un canotto gonfiabile che il pescatore di frodo riempiva di volta in volta con i molluschi catturati, mentre le telline, essendo ancora in vita, sono state restituite al mare.

Inoltre, a carico del soggetto responsabile è stata comminata una sanzione amministrativa pecuniaria di oltre sedicimila (16.666) euro.

Al fine di non incorrere in violazioni della norma, i Carabinieri forestali rammentano che, ai sensi dell’attuale disciplina nazionale, il pescatore sportivo non può catturare giornalmente pesci, molluschi e crostacei in quantità superiori a 5 kg complessivi, salvo il caso di pesce singolo di peso superiore. Si ricorda, altresì, che la pesca alla tellina, oltre ai predetti limiti di cattura, è soggetta a divieto nel periodo dall’1 al 30 aprile.

L’attività di contrasto portata a termine ha consentito di evitare che l’ingente quantitativo di telline, avente un valore di mercato stimato in circa mille euro, approdasse in maniera indisturbata al mercato nero, per essere poi successivamente destinato al consumo umano, con i conseguenti rischi sulla sicurezza alimentare, derivanti appunto dall’immissione in commercio di prodotti ittici in difetto di alcun genere di controllo sotto l’aspetto igienico-sanitario.

Prosegue incessantemente e senza sosta l’attività dei Carabinieri Forestali della provincia di Taranto a tutela dell’ambiente costiero, spesso aggredito per gli importanti interessi economici che ne derivano dallo sfruttamento illegittimo.