E’ terminata l’udienza al Tribunale del riesame di Taranto che, in sede di appello, è chiamato ad esprimersi sul ricorso presentato dai legali dell’Ilva in As contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l’istanza di proroga della facoltà d’uso per l’Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico, sequestrato a giugno 2015 nell’ambito dell’inchiesta sulla morte
dell’operaio Francesco Morricella. I giudici si sono riservati la decisione e hanno tempo fino al 7 gennaio, a quanto si è appreso, per depositare il provvedimento.

Gli avvocati Angelo Loreto e Filippo Dinacci, per conto dei commissari straordinari (presenti in aula), si sono rifatti ai motivi del ricorso e alla memoria integrativa. Hanno ribadito che occorre altro tempo per ottemperare alle prescrizioni imposte dal custode giudiziario (tra cui l’automazione del campo di colata) e che altri interventi di messa in sicurezza sono stati già realizzati tanto che nell’area dell’impianto in questi 4 anni e mezzo non si sono verificati più incidenti.

Il ricorso dinanzi al Tribunale del riesame (Licci presidente, Caroli relatore, Lotito a latere) è anche avverso un’altra disposizione del giudice Maccagnano, quella di ordinare al custode giudiziario di vigilare sul fatto che l’impianto non venisse più utilizzato a partire dal 14 dicembre scorso. Le operazioni di spegnimento sono iniziate e dopo il 7 gennaio (giorno entro il quale i giudici dovranno esprimersi) le modifiche impiantistiche non consentiranno più il normale uso dell’Altoforno.

L’impianto fu sequestrato nel giugno 2015 dopo l’incidente costato la vita all’operaio 35enne Alessandro Morricella, investito da una fiammata mista a ghisa incandescente.

Un gruppo di cittadini e attivisti di comitati e movimenti (anche Genitori Tarantini, Piano Taranto, Tamburi combattenti e LiberiAmo Taranto) ha organizzato un sit in davanti al Tribunale, in concomitanza con l’udienza al Riesame, chiamato a esprimersi sul ricorso dei commissari dell’Ilva in As contro la decisione del giudice Maccagnano di respingere l’istanza di proroga dell’uso dell’Afo2. I manifestanti hanno mostrato gli striscioni con le scritte “Ilva is a Killer», «Basta morire di Ilva», «Ingredienti dell’acciaio di Taranto: ferro, carbonio e sangue dei tarantini».