Nei giorni scorsi, il personale della 2° sezione della Squadra Mobile ha indagato in stato di libertà una tarantina 41enne per simulazione di reato e procurato allarme. Dalla metà del mese di febbraio, le pattuglie della Squadra Volante e dell’Arma dei Carabinieri, impegnate nel controllo del territorio, con l’ausilio della Polizia Scientifica, sono intervenute ben dieci volte per l’accensione di piccoli fuochi e di scritte minacciose davanti la porta dell’appartamento di uno stabile sito nella zona di via Dante altezza Corso Italia.

Al fine di identificare gli autori di questi gesti, il 26 febbraio si è proceduto all’installazione di una microcamera che fosse idonea a riprendere l’ingresso dell’appartemento. Dalla visione delle immagini è stato possibile capire la reale dinamica dei fatti. Alle ore 13,11 dello stesso 26 febbraio, dopo che i figli minori sono usciti, si nota la porta d’ingresso aprirsi lentamente dall’interno e palesarsi la figura dell’indagata che versa del liquido infiammabile all’angolo della sua porta d’ingresso, dando fuoco con un accendino. Inoltre, dà fuoco ad uno straccio dopo averlo avvolto alla maniglia esterna e cosparso di liquido infiammabile, rientrando immediatamente.

Lo straccio dato alle fiamme si distrugge completamente ed un vicino provvede a spegnere con dell’acqua le ultime fiamme. Subito dopo, interviene la Squadra Volante di turno e la Polizia Scientifica ai quali la donna rivela il sentore che l’autore di tali atti possa essere il suo ex marito. Sempre nella stessa giornata, poche ore dopo, si veridica la medesima scena con la stessa dinamica: la donna dà fuoco con un accendino a qualcosa posto davanti allo stipite della porta ed ad uno straccio sulla maniglia. Un nuovo intervento, questa volta dell’Arma dei Carabinieri, chiude l’episodio.

Ancora, episodi analoghi si sono verificati il 1° marzo prima alle ore 9 circa, con intervento dei Carabinieri ed alle 10 circa medesima dinamica, con l’aggiunta di scritte minacciose sulla porta trascritte da lei stessa con lo smalto per unghie. All’esito di quanto accertato, la Squadra Mobile, d’intesa con il P.M. dr.ssa Rosalba Lopalco, ha indagato la donna per simulazione di reato e procurato allarme. Inoltre, temendo che i figli minori possano trovarsi coinvolti nella vicenda, si è provveduto al loro trasferimento presso i nonni paterni.