Dopo la pubblicazione dei dati che certificano un aumento della diossina a Taranto provocata dall’attività industriale, sei genitori che hanno perso figli a causa degli effetti letali degli inquinanti, chiedono al sindaco la convocazione di un consiglio comunale monotematico dedicato alla Salute e all’Ambiente. “Oggi – scrivono in una nota – viene negato il diritto all’istruzione, alla salute. In merito si è già espressa la Corte Costituzionale dei Diritti dell’Uomo: le leggi emesse per la questione Ilva negano i diritti, non tutelano la salute, fermano le sacrosante denunce. Già sapevamo che nel 2014 e 2015 sul quartiere Tamburi era piovuta più diossina di quanta ne è stata misurata dopo il disastro di Seveso. Arpa Puglia certificò quella diossina come proveniente dagli elettrofiltri dell’Ilva”. “Tardiva, inefficace e non risolutiva – affermano ancora – è una ordinanza che interviene solo per le scuole del quartiere Tamburi quando i dati scientifici confermano che l’allarme sussiste anche per i quartieri a nord” come il Paolo VI.

“Inoltre – proseguono – non è rispettoso far passare nella comunicazione istituzionale lo scherno nei confronti dei cittadini: in diversi comunicati stampa del sindaco e assessori abbiamo dovuto leggere parole che non dimostrano rispetto ad una cittadinanza scientifica che gode di un accreditamento nazionale ed europeo”. Noi genitori, che sino a ieri marciavamo in silenzio per le strade della città, avevamo accanto tutti i cittadini, per noi e per loro chiediamo rispetto perché noi rispettiamo le istituzioni. Ora attendiamo che i lavori di Palazzo di Città abbiano come tema unico la Salute e l’Ambiente e che questi lavori siano svolti a partire da un consiglio comunale straordinario e monotematico dove il cittadino sia al centro, sia protagonista del proprio futuro. La lettera è firmata dai genitori Carla Luccarelli, Francesca Summa, Valentina Boccasini, Angelo Di Ponzio, Mauro Zaratta, Aurelio Rebuzzi.