Una veduta del nuovo reparto zincatura dell'Ilva di Genova Cornigliano. 26 gennaio 2017 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

Cresce la preoccupazione tra i lavoratori dell’Ilva di Taranto, in particolare per i quattromila esuberi previsti dal Piano di cessione del siderurgico all’AmInvestco, cordata che si è aggiudicata il colosso dell’acciaio. Gli operai hanno dato il via alle assemblee di fabbrica e il 26 maggio potrebbero incrociare le braccia, organizzando anche una manifestazione cittadina, contro il Piano proposto dal governo e che nei giorni scorsi è stato bocciato dai sindacati.

«In caso di sciopero la Regione Puglia sarà accanto a lavoratori e sindacati per impedire i licenziamenti e garantire la salute delle persone – assicura il governatore pugliese, Michele Emiliano, il quale chiede ai leader di Lega e M5s, Salvini e Di Maio – di essere immediatamente sentito, assieme ai tecnici della Regione, per consentire loro la migliore definizione del programma sull’Ilva».

Le assemblee degli operai, programmate da Fim, Fiom, Uilm e Usb, proseguiranno per circa dieci giorni nel corso dei quali si attendono segnali positivi sui livelli occupazionali. Nella proposta di accordo respinta, la cordata acquirente si impegnava ad assumere 10mila lavoratori a tempo indeterminato con la garanzia di escludere il ricorso a licenziamenti collettivi per cinque anni, e una garanzia di continuità occupazionale a tempo indeterminato per tutti i lavoratori anche attraverso la creazione di una newco costituita da Ilva in amministrazione straordinaria e da Invitalia. Proposte ritenute irricevibili dai sindacati che contestavano anche la titolarità del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, a coordinare il negoziato in rappresentanza di “un governo ormai scaduto”.

E anche se la palla sembra ormai nelle mani del futuro esecutivo, il governatore Emiliano fa sapere che “ove l’attuale governo decidesse, sia pure fuori tempo massimo, di riprendere la trattativa, chiediamo di essere convocati al tavolo assieme a tutti i componenti del Tavolo Ilva-Regione Puglia”.

Un tavolo, quest’ultimo, che si è insediato nei giorni scorsi. Tuttavia “la trattativa”, precisa il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, deve “ripartire da basi diverse: dire di no ai 4.000 esuberi e no alla riduzione salariale”. Mentre il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, lancia un appello a riprendere il negoziato “al più presto: un’azienda che perde 30 milioni al mese – rileva il sindacalista – rischia di fare saltare subito l’occupazione e i salari di migliaia di lavoratori dell’indotto. E da luglio non ci sarebbero più gli stipendi anche per i lavoratori diretti”. Anche Emma Marcegaglia, ai vertici dell’omonimo gruppo che faceva parte del consorzio AmInvestCo, auspica “prevalga il buon senso: dopo tutto quello che si è fatto – commenta l’imprenditrice – e con investitori che sono disponibili ad investire vari miliardi di euro, mi auguro si vada avanti”.