Sono stati rinviati a giudizio dal gup Rita Romano otto autisti dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico del Comune di Taranto, con l’accusa di aver abusato a bordo dei bus di una ragazza, oggi ventenne, affetta da deficit psichico. La ragazza fu convinta nel 2020 a denunciare gli abusi dal suo fidanzato. E nel luglio del 2021 agli imputati, indagati per violenza sessuale aggravata, fu notificato un divieto di avvicinamento alla giovane e l’azienda li sospese dal servizio. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli autisti parcheggiavano gli autobus in luoghi isolati, bloccavano le porte e poi abusavano della ragazza disabile. Il processo inizierà il prossimo 7 luglio. L’Amat, partecipata al 100% dal Comune, si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Claudio Petrone.
Ieri, nel corso dell’udienza in Camera di consiglio, la presunta vittima degli abusi è stata ascoltata in forma protetta e, pur senza usare la parola «violenza», ha confermato la sua iniziale versione dei fatti. Gli autisti avrebbero approfittato della sua fragilità che, secondo il giudice Romano, era «ben nota a tutti», sottoponendola ad abusi nel bus parcheggiati in luoghi appartati: ad esempio sotto un cavalcavia vicino al capolinea del porto mercantile o nei pressi di una delle portinerie dello stabilimento ex Ilva.