Ha attraccato al molo San Cataldo di Taranto la 'Ocean Viking', nave Ong di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere che ha ottenuto questo porto sicuro per sbarcare le 403 persone soccorse nel Mediterraneo (216 uomini, 38 donne e 149 bambini), Taranto, 29 gennaio 2020. ANSA/INGENITO

Ha attraccato al molo San Cataldo di Taranto la Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere, che ha ottenuto questo porto sicuro per sbarcare le 403 persone soccorse nel Mediterraneo (216 uomini, 38 donne e 149 bambini). Altre quattro, una donna con gravi ustioni causate da carburante e i suoi tre figli, erano state portate in elicottero a Malta.

A bordo, fa sapere la Prefettura di Taranto, ci sono anche 12 donne incinte, 132 minori non accompagnati (alcuni tra 11 e 13 anni) e 20 famiglie. Provengono da Marocco, Guinea, Senegal, Burkina Faso, Kenya, Nigeria, Mali e Somalia.

Hanno affrontato un ‘viaggio da incubo’, secondo il racconto dei soccorritori. Salvati nei giorni scorsi, in cinque operazioni notturne complicate anche dalle condizioni meteomarine, molti erano stipati in barchini pieni d’acqua che sono stati più volte sul punto di ribaltarsi. Altri, soffrivano di ipotermia e mal di mare e, coperti di carburante, viaggiavano a bordo di un gommone sovraffollato.

Tra loro, allo sbarco, volti sorridenti ma provati dalla stanchezza e dalla tensione. Gli operatori sanitari, a quanto si è appreso, hanno rilevato due casi di tubercolosi e alcuni casi di ustioni da idrocarburi, dovute al contatto tra la benzina a bordo e l’acqua di mare, ma in generale le condizioni dei sopravvissuti sono ritenute “abbastanza buone”.

I minori, oltre un terzo, sono destinati a comunità educative di Taranto e provincia, gli adulti trasferiti in bus all’hotspot, vi resteranno 48-72 ore per le procedure di identificazione prima di essere condotti in altri centri.

“I salvataggi sono stati difficili – ribadiscono i soccorritori – con il mare mosso, di notte. Ci sono state scene di panico ma è stato compiuto un lavoro straordinario da parte di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere. Anche l’equipaggio è stanco, si tratta di recuperare persone in acqua che rischiano la vita. Questi migranti meritano un po’ di pace e riposo, ora potranno iniziare una nuova vita in Italia e all’estero”.