Si chiama Taxi Driver, l’operazione con la quale, dopo due anni di lavoro, la Guardia di Finanza ha sgominato una rete italo-albanese di spaccio di droga. 12 gli arresti eseguiti, 3 di nazionalità italiana e 9 di nazionalità albanese, oltre ad altre 9 persone arrestate negli ultimi mesi.
Le indagini hanno permesso di scoprire 3 associazioni dedite all’importazione dall’Albania e dall’Olanda di ingenti quantitativi di cocaina, eroina, hashish e marijuana, che venivano introdotti sul territorio pugliese per poi essere immessi sul mercato illegale delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Proprio Taranto, oltre ad essere un’importante piazza di spaccio, era anche una delle principali basi logistiche dell’organizzazione. Il progetto, secondo quanto scoperto dagli investigatori, non si sarebbe concretizzato a causa di divergenze fra le tre organizzazioni criminali.

Caratteristica peculiare di queste ultime, l’estrema attenzione alla segretezza. I trafficanti, infatti, comunicavano tramite sistemi di messaggistica criptati chiamandosi esclusivamente attraverso l’uso di nickname (spesso nomi di calciatori come Van Basten e Messi).

Gli stupefacenti sequestrati, secondo le stime, sul mercato al dettaglio avrebbero avuto un valore di oltre quattordici milioni di euro. Fra il materiale sequestrato anche numerose armi (incluso un kalashnikov) e perfino un lampeggiante blu utilizzato dalle forze di polizia. È stato spiegato, infatti, che una delle organizzazioni criminali oggetto delle indagini aveva addirittura organizzato il furto di un carico di circa 40 chilogrammi di cocaina ai danni di un’altra organizzazione, da compiere simulando la presenza di posto di controllo di polizia.