«Oggi a Roma gli esponenti nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb hanno incontrato Am Investco per l’Ilva. Abbiamo ribadito la nostra linea che dice che i circa 14mila dipendenti di Ilva devono transitare tutti nella nuova società Am Investco in quanto acquirente dell’Ilva. Dopodichè si vedrà quanti dovranno essere assegnati all’amministrazione straordinaria di Ilva, quanti impiegati nella produzione e nelle attività dello stabilimento di Taranto, quanti nelle bonifiche che spettano all’amministrazione straordinaria e quanti possono destinati a strumenti di incentivazione volontaria».

Lo dichiara Antonio Talò, segretario Uilm Taranto, commentando l’incontro odierno al quale si è giunti dopo un lavoro di ricucitura dei contatti a seguito dello stop brusco che c’è stato lo scorso 10 maggio in sede di trattativa al Mise presente il ministro Carlo Calenda, che sottopose alle parti una proposta di accordo respinta però dai sindacati: Usb e a Fiom Cgil in testa, seguita da Uilm, mentre la Fim Cisl avrebbe voluto che la trattativa continuasse ancora per superare i punti più spinosi.

«Abbiamo detto che l’ipotesi della società mista con Invitalia, così come ci è stata prospettata da Calenda insieme ad Ilva in amministrazione straordinaria, società alla quale sarebbero dovuti andare 1500 addetti, per noi non va bene in quanto – dice Talò della Uilm – è Am Investco l’acquirente di Ilva e Am Investco deve garantirci. Ci si è lasciati con l’impegno di Am Investco ad approfondire la nostra proposta – prosegue Talò – ci hanno detto che ci faranno sapere a stretto giro. Ovviamente se saranno d’accordo, riprenderà la trattativa e si tornerà al tavolo con l’investitore, stavolta in modo ufficiale e non più in modo informale come è avvenuto oggi». Talò della Uilm Taranto aggiunge quindi che le assemblee all’Ilva «stanno andando molto bene. Siamo giunti al terzo giorno di assemblee – dichiara – e tra i lavoratori c’è grande preoccupazione per questo momento, ma c’è anche la convinzione che la proposta fatta dal sindacato per tenere insieme ambiente, lavoro e diritti, è l’unica che può consentirci di sbloccare lo stallo»