«Il nostro auspicio è che la verifica in corso da parte dell’Anac sul contratto di aggiudicazione dell’Ilva possa essere esperita indipendentemente dai tempi che ci separano dal 15 settembre, entro i quali il Ministero, in cui confidiamo per una celere verifica del dossier, dovrà peraltro pronunciarsi circa l’effettiva bontà dei piani presentati da Mittal». Lo sottolinea in una nota il presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo, precisando che «se così non fosse, ovvero se l’indagine dovesse comportare tempi aggiuntivi, ci troveremmo ancora una volta di fronte ad una beffa ancora una volta consumata, come già detto, sulla pelle di un’intera comunità. Noi, come Confindustria, non staremo a guardare, adotteremo ogni strumento possibile per contrastare una condizione di eterno stand by non più tollerabile».

Secondo Cesareo, «Taranto non può più essere scenario di un insopportabile gioco dell’oca ingaggiato sulla pelle della città, dei suoi abitanti, delle sue forze produttive e soprattutto delle sue speranze. Dopo le lungaggini burocratiche, i paletti istituzionali, l’antitrust europeo e i tempi morti del passaggio di consegne governativo» è arrivata «la notizia – spiega – di uno slittamento dei tempi della gestione commissariale al 15 settembre. Una notizia tutt’altro che incoraggiante, se si considera che la fabbrica drena ogni giorno risorse ingenti, in considerazione di una produzione oramai al lumicino, e che quotidianamente, 24 ore su 24, incombe su di essa il pesantissimo gap della sicurezza».

Infine, la verifica dell’Anac su presunte irregolarità sulla procedura che ha portato Am InvestCo ad aggiudicarsi, un anno fa, la gara su Ilva. E’ «davvero troppo, e la preoccupazione – insiste il presidente degli industriali tarantini – è tanta: non già per gli esiti della verifica, ma per un possibile, ulteriore e inammissibile slittamento dei tempi che dovranno condurre alla chiusura della trattativa con Am InvestCo e quindi al riavvio, con tutti i crismi ambientali e industriali, della complessa macchina siderurgica». Il sistema Taranto «va avanti – conclude – oramai da troppi anni in ordine sparso. E’ il momento della concretezza, occorre una voce univoca, è necessario che Taranto dia di sé l’immagine di una città, pur nella diversità delle sue tante anime (che va invece colta come un segnale di vivacità culturale e dialettica), unita e compatta nel suo progetto di futuro».