Dopo un’interruzione durata poco più di una decina di giorni per evitare che vi fosse una rottura plateale, riprende stamattina, dalle 11, la trattativa al Mise tra sindacati e Am Investco, la nuova società acquirente dell’Ilva.

E’ probabilmente l’ultimo tentativo che l’attuale Governo effettua per portare sindacati e azienda verso un accordo e chiudere così il cerchio dopo che nei giorni scorsi l’Unione Europea ha dato il via libera ad Am Investco sia pure ponendo una serie di condizioni. Essendo il nodo occupazionale quello che tiene pià distanti le parti, il Mise dovrebbe porre sul tavolo una proposta di mediazione che prevede anzitutto la conferma dei 10mila occupati da parte della societa’ guidata da Arcelor Mittal. A questi si aggiungerebbero il passaggio di un altro migliaio di addetti, circa 1500, ad una società mista, formata da Invitalia, in maggioranza, e Am Investco, mentre altri 2500 circa rimarrebbero in carica all’amministrazione straordinaria di Ilva.

Lo schema prevederebbe per i 14mila del gruppo questa ripartizione: 10mila nella produzione dell’acciaio, altri 1500 circa nella società con Invitalia per i servizi dello stabilimento, 2500 circa all’amministrazione straordinaria divisi tra impiego nelle bonifiche (circa 300) gestite dai commissari Ilva con i fondi della transazione Riva (un miliardo) e ammortizzatori sociali. Per il personale Ilva, la cassa integrazione straordinaria vige per tutto il periodo dell’amministrazione straordinaria. In più si vedrebbe come ridurre la platea dei dipendenti Ilva attraverso l’esodo incentivato e volontario.