Alessandro Leogrande è morto nella sua casa a Roma domenica 26 novembre. Scrittore, giornalista e filosofo, era nato a Taranto quarant’anni fa. Era appena tornato da un evento a Campi Salentina, in provincia di Lecce, per ‘La città del libro’. Alla sua Taranto aveva dedicato i primi anni di militanza e impegno politico e intellettuale. Una matrice che lo ha accompagnato nei suoi anni di lavoro attraverso inchieste sulla criminalità organizzata, sul caporalato in Puglia, sull’acciaieria Ilva.

E’ stato vicedirettore dello Straniero, la rivista diretta da Goffredo Fofi. Ha iniziato la sua attività giornalistica a Primavera Radio-Radio Popolare Salento. Scriveva per il Corriere del Mezzogiorno e collaborava con Rai Radio 3. Ma le sue collaborazioni sono state innumerevoli, dal’Internazionale a Pagina99, dal Riformista alla rivista Minima&Moralia, con una produzione continua e intensa di scritti e lavori giornalistici che hanno oltrepassato i confini nazionali.

Negli ultimi mesi era stato in Argentina per approfondire una ricostruzione storica sulle dittature militari che si sono susseguite nel paese latinoamericano negli ultimi cinquant’anni. Diplomato al liceo classico Archita di Taranto e laureato in filosofia alla Sapienza di Roma, Alessandro Leogrande ha iniziato a scrivere e impegnarsi negli anni liceali nel gruppo dei Giovani progressisti della città ionica, scrivendo pagine su calcio e politica e raccontando l’ascesa al potere del fenomeno Giancarlo Cito sui fogli della Locomotiva. E proprio all’ex sindaco neofascista e proprietario di una televisione privata diventata partito (At6) aveva dedicato uno dei suoi primi libri.

Ha sempre accompagnato il suo lavoro con lucidità analitica, competenza e impegno “in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti: nell’ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina, e ovunque ci sia stato un sopruso”, come scrive il padre in un messaggio rivolto a parenti e amici per annunciarne la morte. Tra i suoi libri Uomini e caporali, dedicato al primo processo contro la schiavitù dei lavoratori nei campi pugliesi, e Il Naufragio sulla tragedia dell’immigrazione albanese davanti alla costa pugliese a bordo della Kater i Rades.