Sciopero nelle prime quattro ore del primo turno domani dei lavoratori diretti dell’Ilva e dell’appalto in concomitanza con il nuovo vertice al Mise per discutere dei piani industriali presentati dalle due cordate interessate a rilevare l’azienda, che prevedono migliaia di esuberi. Lo ha deciso il Consiglio di fabbrica dopo un’assemblea nello stabilimento di Taranto.

E’ previsto inoltre un presidio sotto la portineria ‘Direzione’ fino al termine della riunione al Mise. A valle del vertice romano “saranno programmate – spiegano in una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm e Usb – le assemblee e decise ulteriori iniziative di mobilitazione”. I sindacati “respingono con forza – è detto – i numeri degli esuberi presentati da entrambe le cordate nei loro piani che risultano così non negoziabili” e “si dichiarano indisponibili a negoziare sui piani industriali presentati, che vanno riscritti garantendo salute, ambiente, occupazione e salari”.

Si ribadisce poi “la necessità di costruire una piattaforma rivendicativa che preveda il coinvolgimento della città”. “Ambiente, salute e lavoro sono – aggiungono Fim, Fiom, Uilm e Usb – imprescindibili per il rilancio di Ilva e della provincia ionica già fortemente in crisi”. A fronte della convocazione di domani al Mise, i sindacati invitano i lavoratori all’unità chiedendo agli stessi la massima partecipazione allo sciopero.

Fonti del Ministero assicurano però che “nessun lavoratore” dell’Ilva “sarà licenziato e/o lasciato privo di protezione” e “tutti i lavoratori non assunti dall’acquirente rimarranno in capo all’amministrazione straordinaria per la durata del programma e potranno essere impiegati nelle attività di decontaminazione eseguite dalla procedura”. Le fonti precisano anche che i numeri dei tagli previsti nell’offerta presentata da Am Investco sono “suscettibili di miglioramento, per espressa dichiarazione di disponibilità dell’offerente”.

In riferimento alle interpretazioni relative alle proposte di acquisto di Ilva, le stesse fonti sottolineano che “la produzione di Ilva è limitata per i prossimi anni, a 6 milioni di tonnellate, fino al completamento del piano ambientale. Tale limite costituisce una prescrizione del Ministero dell’Ambiente per garantire il rispetto degli standard emissivi”. Oggi l’organico delle società Ilva oggetto del trasferimento è composto da 14.220 lavoratori ad oggi effettivi di cui circa 2400 in cassa integrazione.

“La differenza tra la situazione attuale e quella post-acquisizione sarebbe dunque – si sottolinea – di circa 2.400 persone in più in cassa integrazione. L’offerta di AM Investco prevede l’assunzione di 9.407 lavoratori, mentre resterebbero in cassa integrazione nell’amministrazione straordinaria 4.813 persone”. “Tale offerta è suscettibile di miglioramento, per espressa dichiarazione di disponibilità dell’offerente e sarà oggetto di un confronto con i sindacati nella trattativa per il raggiungimento dell’accordo sindacale. Tale accordo è condizione sospensiva per il trasferimento all’acquirente dell’azienda”.