“A causa della specifica tossicità delle polveri sottili, Taranto continua a risultare la città con l’aria più inquinata d’Italia”. E’ quanto sostiene Peacelink riferendosi al risultato conclusivo di un’analisi svolta dalla stessa associazione sulle polveri sottili del 2016 contenuta nel “Report sul PM10 a Taranto”. Secondo Peacelink, “Torino, maglia nera nazionale del PM10 nella graduatoria di Legambiente, supera il livello di 50 microgrammi a metro cubo per 86 giorni, ma a Taranto per 215 giorni i polmoni dei suoi abitanti hanno respirato particolato con una tossicità equivalente o superiore a quella di Torino.

Il report è stato presentato nell’audizione alla Commissione Industria del Senato. Peacelink ha preso come riferimento la graduatoria di Legambiente per il 2016.

“Il risultato del ricalcolo invece effettuato da Peacelink – spiega il presidente dell’associazione, Alessandro Marescotti – cambia il primo posto della graduatoria e smentisce le tesi di tutti coloro che considerano ormai ‘a norma’ i dati del PM10 a Taranto (le polveri sottili) e quindi reputano definitivamente chiuso il capitolo dell’inquinamento dell’aria nella città dell’Ilva”.

Secondo l’ambientalista “un metro cubo di aria di Taranto con 23 microgrammi di Pm10 ha una tossicità sitospecifica equivalente ad un metro cubo di aria di Torino che supera i limiti di legge”.

L’associazione “intende evidenziare ai parlamentari che permane dunque un pericolo per la salute connesso alla pericolosità delle emissioni dell’Ilva in attività, anche se ridotte per via della contrazione produttiva, che influenzano la tossicità della miscela del particolato inalato a Taranto”.