Alla fine gli applausi, scroscianti e sinceri, li merita tutti Victor De Lucia, estremo difensore rossoblù ben conosciuto oltretutto in terra ciociara (ha militato nel Frosinone ed è di proprietà del Latina) che ha sventato in pieno recupero un calcio di rigore (bloccando con sicurezza il tiro dal dischetto di Giglio) che poteva costituire fonte di beffa per un Taranto, ancora una volta, apparso la brutta copia di sè stesso.

Una prestazione opaca e priva di costrutto, l’ennesima in trasferta (la vittoria esterna manca da quasi cinque mesi) di una squadra che si è confermata poco lucida sotto porta con gli errori clamorosi di Genchi (palla altissima davanti al portiere al 43’ della ripresa) ed Ancora (diagonale di poco a lato al 49’ dopo il penalty fallito dai padroni di casa) e che continua puntualmente a stentare sul piano del gioco.

Nove gare consecutive senza vittorie esterne (mai accaduto nella storia del Taranto in serie D) lasciano preoccupare non poco, ma quello che lascia maggiormente perplessi è l’ennesima mancanza di gioco e carattere dell’undici di Michele Cazzarò.

La beffa, per fortuna, alla fine non è arrivata, ma ci si domanda, a ragion veduta, come mai sul fronte portieri si è dovuto faticare così tanto, al punto da dover puntare su ben quattro estremi difensori (Giordano, ingaggiato a settembre, è andato via disputando una sola partita ufficiale) per trovarne uno affidabile?

Per fortuna De Lucia ha confermato (almeno quattro gli interventi d’autore, rigore sventato a parte) di essere un numero uno di qualità, ma per vincere le partite servono anche le reti degli attaccanti.