Processo “Octopus” contro il clan Scarci: la Cassazione annulla le condanne e dispone un nuovo giudizio dinanzi alla Corte d’Appello.

I giudici della prima sezione della suprema corte hanno accolto il ricorso presentato dal collegio di difesa composto dagli avvocati Armando e Clara Veneto, Salvatore Maggio (che difende Marianna Scarci accusata di intestazione fittizia di beni), Gaetano Vitale, Antonio Mancaniello ed Enzo Sapia.

Sarà quindi celebrato un nuovo processo di secondo grado per il boss Franco Scarci, per Giuseppe e Andrea Scarci e per altri imputati. Le indagini esplosero nel 2011 con diversi arresti. L’apice di un lavoro investigativo scattato nel febbraio del 2009, subito dopo la scarcerazione di Franco Scarci, il boss incontrastato della famiglia che ha la sua tradizionale roccaforte nel rione Salinella.

Secondo l’accusa il gruppo avrebbe riacceso i suoi interessi sul mercato del pesce e sulle estorsioni. Nel 2011 il blitz antimafia della Squadra Mobile della polizia con l’esecuzione di 11 arresti di presunti affiliati al clan. Tra i reati contestati porto e detenzione illegale di armi ed esplosivi, usura, estorsione, intestazione fittizia di beni, atti di concorrenza con violenza e minaccia, pesca di frodo con esplosivi. Tutti reati che secondo gli inquirenti sono stati commessi avvalendosi del potere di intimidazione.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere furono emesse dal gip di Lecce su richiesta dei pm della Dda .

Il clan Scarci era ritenuto particolarmente attivo anche a Ginosa e Castellaneta ma la sua influenza sarebbe arrivata anche in alcuni centri del Materano.